Oggi la metà della produzione di cibo mondiale sfora ben 4 limiti planetari, ma riorganizzare le colture e diminuire il consumo di carne potrebbero essere la soluzione
Non ce la stiamo facendo. Il nostro sistema di produzione di cibo è a dir poco insostenibile dal punto di vista ambientale e sfora ben 4 dei 9 limiti planetari – quei confini entro i quali le attività umane non nuocciono agli equilibri del pianeta. A ribadirlo è l’ultima analisi dei ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research (Germania) che hanno calcolato che se decidessimo di rispettare in modo stringente i limiti di sostenibilità senza modificare il sistema agricolo saremmo in grado di sfamare solo 3,4 miliardi di persone, su oltre 7 che popolano il pianeta. Se però riorganizzassimo le colture e cambiassimo dieta (tutti) potremmo salvaguardare la Terra e garantire la sopravvivenza di 10 miliardi di persone.
Lo studio, pubblicato su Nature Sustainability, ha riscontrato la violazione di 4 limiti planetari. Anzi basta la metà delle produzioni alimentari odierne per sforare. In particolare il nostro sistema di produzione di cibo usa troppo azoto, consuma troppa acqua dolce, abbatte troppe foreste e riduce la biodiversità.
Secondo i ricercatori, che hanno disegnato una mappa del pianeta con le regioni di criticità, qualcosa possiamo fare: ridisegnare il sistema.
Gli scienziati hanno diversi suggerimenti: spostare le aziende agricole da quei territori dove più del 5% delle specie è minacciato dalle attività umane, restituire terreno alle foreste laddove ne siano state abbattute oltre l’85%, diminuire il consumo idrico e la concimazione a base di prodotti azotati.
Non dappertutto, altrimenti non riusciremmo mai a sfamare la popolazione mondiale: essenziale è la ridistribuzione. Se per esempio nella Cina orientale e nell’Europa centrale l’uso di fertilizzanti è eccessivo e sproporzionato, lì andrebbe ridotto ma quella quota potrebbe essere spostata delle regioni dell’Africa sub-sahariana e degli Stati Uniti occidentali.
Se questi cambiamenti verranno attuati, le previsioni dicono che potremmo raggiungere una produzione sostenibile di cibo (che non sfori cioè i limiti planetari) sufficiente a sfamare 7,8 miliardi di persone, più o meno quante oggi vivono sul pianeta.
Non è tutto. Pensando al futuro, a quando la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi (cioè verso il 2050, si stima), dovremmo diminuire gli sprechi alimentari e rivedere seriamente le nostre abitudini alimentari, abbattendo per esempio i consumi di carne. Così dovremmo riuscire ad avere cibo sufficiente per 10,2 miliardi di persone.
Attenzione però: le stime dei ricercatori tedeschi presuppongono che il riscaldamento globale non superi +1,5°C. Si basano inoltre sulle tecnologie esistenti, che significa che i dati potrebbero essere diversi se venissero introdotti sistemi come l’utilizzo di elettricità da pannelli solari o l’editing del genoma applicati all’agricoltura.